Piombo e diisocianati, i nuovi limiti imposti dal Parlamento Europeo per tutelare la salute dei lavoratori

Lo scorso 28 Febbraio il Parlamento Europeo ha rivisto per la prima volta i limiti di esposizione professionale dei lavoratori al piombo e ai relativi composti organici riducendo di circa cinque volte le soglie limite.

La nuova normativa rappresenta inoltre il primo tentativo di ridurre l’esposizione dei lavoratori ad un altro gruppo di sostanze tossiche, i diisocianati.

Dove si trovano rispettivamente il piombo ed i diisocianati e quali sono i rischi derivanti da una sovraesposizione?

Prima di soffermarci sugli aggiornamenti normativi è utile fare una panoramica generale per approfondire questi aspetti in modo tale da identificare ed implementare le corrette misure di prevenzione e protezione a tutela della salute dei lavoratori.

Esposizione da piombo: dove si trova e quali sono i gli effetti sulla salute

Il piombo viene classificato dall’OMS come una delle sostanze tossiche più pericolose.

Questo metallo, dal colore grigio chiaro ed opaco, negli anni passati veniva ampiamente utilizzato per la sua elevata malleabilità: fino al 1960 lo si poteva trovare nelle vernici, nella benzina, nei condotti dell’acqua e, in minima parte, anche negli alimenti in scatola.

Anche in ambito industriale si è fatto spesso ricorso al piombo, ad esempio: gli smalti per la ceramica contengono piombo, le batterie, le pile, i proiettili, i pesi da pesca, eccetera.

Attualmente le categorie di lavoratori più esposte a questo pericoloso metallo sono:

  • Elettricisti
  • Saldatori
  • Dipendenti di fonderie
  • Dipendenti di aziende che colorano il vetro

Come si verifica l’esposizione da piombo

Il piombo può essere assorbito dalle persone per via cutanea, orale oppure inalatoria.

La modalità di esposizione cutanea si verifica in misura minore e solitamente avviene quando si entra in contatto con materiali e polveri contenenti piombo.

L’esposizione inalatoria viene anche identificata come professionale e si verifica quando il piombo è presente sottoforma di polveri e fumi; l’esposizione orale, identificata come non professionale, si verifica con l’assunzione di alcoolici a causa del piombo presente nei tappi metallici oppure nelle serpentine di passaggio se la bevanda viene distillata.

Si parla di esposizione orale anche nel caso dell’acqua che si contamina al passaggio nelle tubature domestiche e dell’inquinamento atmosferico dovuto agli scarichi automobilistici e alle lavorazioni industriali.

Gli effetti della contaminazione da piombo

Secondo la valutazione d’impatto della Commissione europea, nell’UE sono attualmente 100 000 i lavoratori esposti al piombo sul luogo di lavoro.

Il piombo può incidere sulla funzione sessuale e sulla fertilità, danneggiare lo sviluppo del feto o della progenie delle donne esposte a tale sostanza o danneggiare il sistema nervoso, i reni, il cuore e il sangue delle persone esposte.

Il piombo si accumula inoltre nelle ossa e viene rilasciato lentamente nel sistema circolatorio.

Per tutti questi motivi lo IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) lo inserisce tra gli agenti patogeni del Gruppo 2B ovvero quelli potenzialmente cancerogeni.

 

Cosa sono i diisocianati e dove si trovano

I diisocianati sono composti organici altamente reattivi, con una struttura molecolare composta da due gruppi di isocianato contenenti atomi di carbonio legati con atomi di azoto ed ossigeno.

Proprio questa struttura molecolare complessa è responsabile dell’elevata reattività che rende questa sostanza adatta a diverse applicazioni in ambito industriale, ad esempio la produzione di materiali polimerici.

I materiali ed i prodotti contenenti diisocianati sono:

  • Cuscini
  • Materassi
  • Pannelli isolanti
  • Imbottiture
  • Schiume (settore dell’automobile e settore edile)
  • Adesivi
  • Vernici
  • Rivestimenti
  • Prodotti sigillanti

Gli effetti della contaminazione da piombo

L’esposizione prolungata ai diisocianati provoca una serie di effetti sulla salute dei lavoratori, ecco i principali:

  • Asma occupazionale: questa patologia respiratoria cronica provoca tosse, difficoltà a respirare e respiro sibilante;
  • Tumori all’apparato respiratorio;
  • Reazioni allergiche: i diisocianati sono considerati dei sensibilizzanti ovvero in grado di innescare allergie che si manifestano attraverso eruzioni cutanee, dispnea e respiro sibilante;
  • Irritazioni delle via respiratorie;
  • Irritazioni della cute;
  • Mal di testa, nausea e vomito.

I nuovi valori limite di esposizione occupazionale a piombo e diisocianati

Sulla base della nuova Normativa i valori limite per il piombo sono stati rivisti in questo modo:

  • limite di esposizione professionale da 0,15 milligrammi per metro cubo (0,15 mg/m³) a 0,03 mg/m³;
  • valore limite biologico da 70 microgrammi per 100 millilitri di sangue (70 μg/100 ml) a 15 μg/100 ml (30 μg/100 ml fino al 2028).

I lavoratori che presentano elevati livelli di piombo nel sangue in seguito ad un’esposizione avvenuta prima del recepimento della Direttiva (UE) 2024/869 devono essere sottoposti a sorveglianza sanitaria periodica.

Potranno tornare a lavoro soltanto quando i livelli di sangue nel piombo mostreranno una tendenza a ribasso.

Al fine di proteggere dagli effetti del piombo tossici per la riproduzione si applicheranno valori limite inferiori (4,5 μg/100 ml di sangue) per le misure di sorveglianza sanitaria riguardanti le lavoratrici in età fertile.

Per quanto riguarda i diisocianati i valori limite sono i seguenti:

  • limite generale di esposizione professionale pari a 6 μg NCO/m³ (10 μg/m³ fino al 2028);
  • limite di esposizione di breve durata pari a 12 μg NCO/m³ (20 μg/m³ fino al 2028).

Ad oggi, secondo la valutazione d’impatto della Commissione, sono 4,2 milioni i lavoratori europei esposti ai diisocianati. Non esistono ancora valori limite per i diisocianati a livello dell’UE.

La Commissione propone inoltre delle “note”, ovvero indicazioni aggiunte ai valori limite, che avvertono i datori di lavoro e i lavoratori di una possibile esposizione per vie diverse dall’inalazione, ad esempio per assorbimento cutaneo, e della necessità di attuare misure protettive.

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