Le vibrazioni trasmesse al corpo intero vengono definite come quelle vibrazioni meccaniche legate all’utilizzo di attrezzature e macchinari e alla conduzione di macchine mobili che possono provocare lombalgie e traumi del rachide. INAIL, attraverso varie pubblicazioni, in particolare le Linee Guida aggiornate nel 2019, fornisce un elenco delle lavorazioni e dei macchinari che, vibrando, provocano danni ai lavoratori. Fornisce inoltre le indicazioni su come effettuare la valutazione del rischio.
Macchinari e lavorazioni che producono vibrazioni trasmesse al corpo intero
Rientrano nell’elenco dei macchinari e dei mezzi di trasporto che provocano vibrazioni trasmesse al corpo intero:
- escavatori, ruspe e pale meccaniche;
- trattori e mietitrebbiatrici;
- perforatori;
- carrelli elevatori;
- autobus e camion;
- imbarcazioni (gommoni, motoscafi e altre tipologie di imbarcazioni);
- mezzi per il trasporto su rotaia;
- mezzi per la movimentazione industriale e per la cantieristica;
- ciclomotori e motociclette;
- elicotteri;
- gru e autogru;
- autoambulanze;
- piattaforme vibranti per la cantieristica e l’industria.
La valutazione dell’esposizione alle vibrazioni sul corpo intero: i numeri che contano
La valutazione del rischio vibrazioni corpo intero prevede la determinazione del livello di vibrazioni emesse dal mezzo di trasporto ed il calcolo dell’esposizione del lavoratore, sulla base dei tempi giornalieri di utilizzo del mezzo stesso. La determinazione delle emissioni vibrazionali viene effettuata in tre fasi:
- verifica dei livelli di vibrazioni emesse dal mezzo sulla base di quanto riportato nel manuale di uso e manutenzione dello stesso: questi dati non tengono conto delle reali condizioni di utilizzo, dell’usura del mezzo, del fondo su cui il mezzo si muove ecc.;
- consultazione di banche dati approvate dagli enti di controllo: sono più affidabili perché contengono i risultati di misure strumentali, ma sono inevitabilmente incomplete e non rispecchiano perfettamente le reali condizioni di uso;
- determinazione del livello di vibrazioni emesse mediante misure strumentali effettuate nelle normali condizioni di uso del mezzo: è l’approccio più affidabile per una corretta valutazione del rischio.
Terminata la valutazione del rischio e tenendo conto dei livelli di esposizione emersi, si procede con l’individuazione delle azioni correttive necessarie alla riduzione degli stessi.
Vibrazioni corpo intero: come ridurre i livelli di esposizione
Per ridurre l’esposizione a livelli accettabili, è possibile intervenire unicamente “alla fonte”: non esistono dispositivi di protezione individuale che consentono di proteggere i lavoratori e di abbassare i valori di esposizione. Dovrà essere quindi effettuata una ricerca di mercato per reperire macchinari che favoriscano la riduzione dell’esposizione dei lavoratori. Lo stesso datore di lavoro deve poi elaborare un piano di miglioramento che permetta di ridurre e controllare l’esposizione al rischio vibrazioni sul corpo intero, che prevede:
- la sostituzione dei mezzi che emettono alti livelli di vibrazioni;
- la valutazione del rischio vibrazioni in sede di collaudo del nuovo macchinario: l’obiettivo è verificare la corrispondenza delle informazioni fornite dal costruttore in termini di vibrazioni prodotte con quanto riscontrabile nelle reali condizioni d’uso;
- un preciso programma di manutenzione dei mezzi;
- una scrupolosa attività di manutenzione delle pavimentazioni dei luoghi in cui avvengono le operazioni di trasporto e movimentazione;
- un programma di formazione e aggiornamento dei lavoratori che tratti i seguenti argomenti:
- come moderare la velocità di guida dei mezzi di trasporto e movimentazione in base allo stato della pavimentazione;
- come regolare la seduta della postazione di guida;
- come evitare posture scorrette alla guida del mezzo;
- come e quando segnalare malfunzionamenti del mezzo;
- quali sono le conseguenze associate all’esposizione prolungata al rischio vibrazioni corpo intero.
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