Emissioni in atmosfera: focus sul settore delle falegnamerie

Il settore manifatturiero rappresenta una parte considerevole del tessuto industriale italiano.

A fronte della grande varietà di imprese che ne fanno parte la gestione degli aspetti riguardanti la sicurezza sul lavoro e dei fattori ambientali risulta effettivamente complessa.

Oggi vogliamo concentrarci sul settore delle falegnamerie, analizzando gli aspetti principali riguardanti la gestione delle emissioni in atmosfera.

 

Una prima distinzione tra segherie e falegnamerie

Ai fini della gestione delle pratiche riguardanti le emissioni in atmosfera è opportuno distinguere tra falegnamerie e segherie.

Le segherie sono considerate stabilimenti attrezzati e specializzati nella lavorazione del legno in particolare nelle operazioni di taglio e nelle lavorazioni meccaniche iniziali che preparano il materiale ad essere trasformato in semilavorato.

Le falegnamerie sono identificate come stabilimenti dove tavole, listelli, travi e semilavorati vengono trasformati in prodotti finiti di diversa dimensione e destinazione d’uso. È in questi contesti lavorativi che vengono eseguite operazioni di lavorazione meccanica e di applicazione di prodotti vernicianti, stucchi e colle .

Mentre nelle segherie le emissioni in atmosfera sono legate prevalentemente alla lavorazione meccanica del legno, nelle falegnamerie è opportuno gestire anche quelle legate all’utilizzo di adesivi, coloranti, impregnanti, tinte, stucchi.

 

Emissioni in atmosfera falegnamerie: polveri del legno

Iniziamo dalle polveri del legno prodotte da segherie e falegnamerie.

Il legname arriva presso le segherie sotto forma di tronchi per poter essere trasformato in semilavorato.

Le lavorazioni meccaniche eseguite che producono emissioni di polveri sono le seguenti: scortecciatura, taglio dei tronchi, rifilatura, piallatura, intestatura e sagomatura.

All’interno delle falegnamerie invece il numero di lavorazioni meccaniche realizzate è superiore:

  • preparazione delle tavole (taglio a misura, piallatura, squadratura);
  • realizzazione di giunti ed incastri (ad esempio tenonatura e foratura);
  • realizzazione delle battute perimetrali;
  • profilatura, levigatura e carteggiatura.

In entrambi i contesti lavorativi le polveri del legno prodotte dalle lavorazioni meccaniche sono nocive e vengono classificate come polveri respirabili ovvero particelle inalate aventi diametro aerodinamico < 4 μm che si depositano negli alveoli polmonari.

>> clicca sul link e scopri di più sulla differenza tra polveri inalabili e polveri respirabili

Vengono inoltre prodotte polveri di legno duro considerate cancerogene da IARC (gruppo I) e ACGIH (classe A1) e di legno tenero.

I limiti di esposizione alle polveri di legno duro sono definiti dal D. Lgs. 81/2008 all’articolo 235 dell’Allegato XLIII (2 mg/m3 da Gennaio 2023).

Emerge la necessità di eseguire una valutazione del rischio cancerogeno per porre in essere le adeguate misure di prevenzione e protezione nei confronti dei dipendenti esposti a tale rischio.

 

Emissioni in atmosfera falegnamerie: polveri overspray e COV

Analizziamo ora le emissioni in atmosfera di COV e polveri overspray.

La valutazione di questo tipo di emissioni nel caso delle segherie non è sempre richiesta poiché soltanto in alcuni casi, dopo la stagionatura, i semilavorati vengono trattati con impregnati e altre sostanze simili.

Accade esattamente il contrario nel caso delle falegnamerie dove, dopo le lavorazioni iniziali, il manufatto in legno viene assemblato, verniciato e, infine, essiccato.

L’utilizzo di colle, stucchi, impregnanti, tinte e coloranti genera l’emissione in atmosfera di COV (Composti Organici Volatili) e di polveri overspray ovvero quella quantità di vernice spruzzata che si diffonde nell’ambiente circostante e non si deposita sul manufatto.

 

Emissioni in atmosfera falegnamerie: attività di prevenzione e controllo

Quali misure di prevenzione e controllo dovrebbero essere applicate dal datore di lavoro per ridurre le emissioni in atmosfera presso falegnamerie e segherie?

Per quanto riguarda le emissioni in atmosfera rappresentate di COV e polveri overspray a livello di prevenzione è opportuno:

  1. utilizzare sistemi di applicazione dei prodotti vernicianti ad alta efficienza ovvero quelli che sfruttano l’ applicazione elettrostatica;
  2. prediligere l’utilizzo di prodotti vernicianti ad acqua e, in generale, eliminare quelli con COV che non rispettano i limiti definiti dalla normativa di riferimento;
  3. valutare, dove possibile, l’uso di cabine di verniciatura dotate di sistemi di filtrazione per solventi ed overspray.

Si consiglia dove possibile la separazione dei locali adibiti alle attività di verniciatura dalle altre aree di lavoro.

Per quanto riguarda invece le emissioni di polveri del legno il datore di lavoro è tenuto a:

  • attuare tutte le misure tecnologicamente avanzate per limitare la quantità di polveri nell’area di lavoro;
  • limitare al minimo il numero di lavoratori esposti creando, ove possibile, aree di lavoro separate;
  • formare ed informare il personale dipendente;
  • provvedere ad una regolare attività di manutenzione e pulizia;
  • garantire la raccolta, lo stoccaggio e lo smaltimento dei residui delle lavorazioni che contengono agenti cancerogeni in condizioni di sicurezza;
  • valutare costantemente, attraverso adeguata attività di monitoraggio ambientale, il livello di esposizione alle polveri;
  • fornire ai propri dipendenti dispositivi di protezione individuale
  • fornire ai lavoratori esposti alle emissioni di polveri del legno adeguata sorveglianza sanitaria.

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