Cosa sono e dove si trovano gli agenti biologici

L’articolo 267 comma 1, punto a) del D.Lgs. 81/08 definisce gli agenti biologici come qualsiasi microrganismo, modificato e non, endoparassita umano e coltura cellulare che potrebbe essere la causa scatenante di allergie, intossicazioni o infezioni.

Il compito del datore di lavoro, ai fini di una corretta prevenzione del rischio biologico, è quello di effettuare analisi ambientali per misurare tutti i parametri biologici così da garantire ai propri lavoratori un posto di lavoro sicuro e salubre.

Le analisi ambientali per un corretto monitoraggio microbiologico ambientale permettono di conoscere la concentrazione dei microrganismi presenti, escludere la presenza di agenti patogeni pericolosi e valutare se le misure di prevenzione e contenimento adottate dal datore di lavoro sono effettivamente efficaci.

Sono considerati veicoli di contaminazione biologica:

le superfici, ovvero tutti quei materiali e quelle strumentazioni con cui i lavoratori entrano in contatto durante la giornata lavorativa;
l’aria, in particolare quella che arriva dai condizionatori, dagli umidificatori e dai condotti di aerazione;
Altre persone infettate.

Grazie al monitoraggio biologico siamo in grado di prevenire la diffusione di:

effetti tossicogenici;
avvelenamenti;
infezioni legate a batteri, parassiti e virus;
allergie dovute alla presenza di polveri organiche (farina, polveri animali, acari ed enzimi) e/o muffe.

Metodologia valutazione rischio biologico: le fasi dell’attività di MONITORAGGIO

In sede di monitoraggio e valutazione del rischio biologico l’attività di analisi della qualità ambientale ha lo scopo di valutare la misura in cui le attività di sanificazione e pulizia possono essere considerate efficaci.
L’attività di monitoraggio degli agenti biologici si articola in quattro fasi:

il CAMPIONAMENTO, durante il quale vengono prelevati campioni di cellule microbiche dalle superfici e dall’aria;
l’INCUBAZIONE, durante la quale i campioni prelevati vengono inseriti all’interno di terreni di coltura;
LETTURA DEI CAMPIONI, ovvero uno studio delle colonie;
VALUTAZIONE DEL RISULTATO

Tipologie di campionamento degli agenti biologici

In particolare, per quanto riguarda la scelta dei metodi di campionamento Pageambiente si riserva di valutare le caratteristiche dell’ambiente analizzato e di scegliere tra:

Controllo delle superfici, attraverso differenti dispositivi come: piastreCampionamento attivo (o volumetrico), che prevede di prelevare attraverso aspiratori determinati quantitativi di aria: i microrganismi vengono convogliati su terreni di coltura solidi o liquidi oppure vengono raccolti utilizzando un filtro. sterili a contatto, bioluminescenza, tamponi sterili, spugne assorbenti;
Campionamento passivo, che prevede la raccolta dei campioni degli agenti biologici per sedimentazione scaglionata nel tempo attraverso delle piastre con all’interno terreni di coltura. Questo campionamento è utilizzato soprattutto all’interno delle industrie alimentari.
Controllo delle superfici, attraverso differenti dispositivi come: piastre sterili a contatto, bioluminescenza, tamponi sterili, spugne assorbenti;

Valutazione del rischio biologico: gli Indici di contaminazione microbiologica

La normativa di riferimento non definisce valori soglia per stabilire il grado di contaminazione biologica dal momento che il risultato può essere influenzato da diversi fattori.

In Italia viene applicato l’approccio degli Indici di contaminazione microbiologica che si basa sulle caratteristiche microbiche e prevede:

IGCM (Indice globale di contaminazione) che valuta la misura totale dell’inquinamento microbico ambientale;
ICM (indice di contaminazione da batteri mesofili) che si basa sul contributo di batteri di origine animale ed umana alla contaminazione;
IA (indice di amplificazione) che si basa sulle differenze esistenti tra i livelli di contaminazione interna ed esterna legati all’attività lavorativa svolta prendendo in considerazione materiali, macchine e personale dipendente.

Documento di valutazione del rischio biologico

La trasmissione delle infezioni occupazionali collegate all’esposizione ad agenti biologici avviene in modo diverso a seconda della mansione svolta e dell’ambiente di lavoro in cui il lavoratore si trova.

All’interno dei luoghi di lavoro il rischio biologico è presente in due diverse tipologie: generico quando si trova il tutti gli ambienti di lavoro, specifico quando viene rilevato a livello di singola mansione.

Il rischio biologico specifico può essere a sua volta classificato in rischio biologico deliberato e rischio biologico potenziale. Nello specifico:

    • il rischio biologico deliberato è riferito associato a tutte quelle attività che prevedono un uso intenzionale di agenti biologici (per esempio nella produzione di prodotti alimentari);
    • il rischio biologico potenziale è associato a tutte quelle attività che non prevedono l’utilizzo intenzionale di agenti biologici (per esempio attività agricole, attività di raccolta e separazione dei rifiuti).

È importante che il documento di valutazione del rischio biologico includa i seguenti punti:

Elenco delle fasi di lavoro dove il rischio biologico è presente;
Numero di lavoratori coinvolti nelle diverse fasi;
Identificazione dell’RSPP;
Programma protezione lavoratori dal rischio biologico;
Misure preventive e procedure lavorative implementate per ridurre l’esposizione al rischio.

Aggiornamento Dvr rischio biologico: cosa cambia con il COVID-19

L’emergenza sanitaria associata alla diffusione del COVID-19 ha reso necessaria l’adozione di una serie di misure di prevenzione per contrastare la diffusione del virus.

In generale, il datore di lavoro deve eseguire la valutazione di tutti i rischi associati all’ambiente di lavoro come previsto dall’articolo 17 e dall’articolo 28 del D.Lgs. 81/08: il Titolo X della presente norma definisce inoltre obbligatoria la valutazione del rischio biologico.

Il rischio associato alla diffusione del Corona Virus riguarda la popolazione in generale, pertanto, le modifiche al Dvr rischio biologico saranno necessarie solo nel caso in cui le caratteristiche dell’attività lavorativa in esame siano tali da modificare l’esposizione al virus.

Il documento di valutazione dei rischi dovrà essere aggiornato, per esempio, quando i dipendenti hanno un contatto diretto e costante con la clientela, quando sono previsti diversi viaggi di lavoro e altri eventi simili che prevendono il contatto con soggetti potenzialmente infetti.

Il datore di lavoro dovrà adottare le misure di prevenzione e protezione previste dagli organi competenti ed eseguire valutazioni del rischio biologico da Covid-19 in base ai diversi livelli di rischio individuati per ogni mansione.

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Valutazione del rischio biologico: le misure di prevenzione e contenimento

Gli obblighi del datore di lavoro e le disposizioni per un’attività di monitoraggio del rischio biologico devono essere in linea con la normativa vigente (D.Lgs. 81/08, Titolo X).
Al datore di lavoro spetta l’obbligo di:

  • Garantire sorveglianza sanitaria;
  • Formare ed informare adeguatamente i propri dipendenti;
  • Adottare adeguate misure igieniche e di emergenza;
  • Adottare tutte le misure di prevenzione e protezione necessarie di tipo organizzativo, procedurale e tecnico;
  • Eseguire un’attività di valutazione del rischio biologico mirata;
  • Istituire dei registri degli esposti, degli eventi accidentali e dei casi di decesso legati al rischio biologico.

Nell’ipotesi in cui le misure di prevenzione e protezione adottate dal datore di lavoro non si dimostrano efficaci a prevenire e a contenere il rischio biologico, lo stesso è tenuto a fornire ai suoi dipendenti i Dispositivi di Protezione Individuale necessari per proteggere le mani, il corpo, gli occhi e le vie respiratorie.

In generale, vengono identificate come barriere di protezione dal rischio biologico tutte quelle misure adottate, o potenzialmente adottabili, dal datore di lavoro per ridurre e/o evitare il rischio di esposizione o la sua diffusione nell’ambiente.

Nello specifico, il datore di lavoro potrà scegliere tra:

Barriere di protezione primaria, necessarie per proteggere la salute dei dipendenti;
Barriere di protezione secondaria, necessarie per combattere la diffusione del rischio biologico nell’ambiente circostante in situazioni di emergenza e di normale operatività.

All’atto pratico entrambe le tipologie di barriere vengono realizzate in vari modi, per esempio:

il rispetto di buone prassi lavorative;
una corretta igiene personale e dei luoghi di lavoro;
un’attenta gestione dei rifiuti contaminati;
una corretta definizione delle procedure operative e di emergenza.

Sulla base delle misure di prevenzione adottate sarà poi necessario rivedere e modificare gli impianti per raggiungere un buon livello di contenimento del rischio biologico nei luoghi di lavoro.

La prevenzione in ambienti di lavoro caratterizzati da un alto livello potenziale di rischio biologico, come ospedali, laboratori e processi industriali, prevede l’adozione di misure di contenimento specifiche.

Valutazione rischio biologico a Rimini, Forlì-Cesena, Bologna, Pesaro, Ravenna, Ferrara, Modena ed a livello nazionale

Il servizio di analisi e valutazione del rischio biologico offerto da Pageambiente è rivolto non solo alle realtà imprenditoriali che si trovano nel territorio della Provincia di Rimini.

La nostra società di consulenza ambientale esegue valutazioni del rischio biologico anche a Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena, Pesaro, Ferrara e Modena.

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